venerdì 27 ottobre 2017

Relativamente....

Camilla e Marta erano due amiche di mia nonna.

Camilla era alta e magra, seria e altera. Ricordo persino una sensazione di eleganza, anche se per me bimbo il concetto di eleganza doveva ancora materializzarsi.
Marta, al fianco, era piccola e sorridente, faceva tenerezza e simpatia. Semplice nei gesti, e nelle parole, con le sue gonne di lana, gli scialletti all’uncinetto, gli occhiali piccoli e rotondi.

Di tanto in tanto arrivavano a fare visita a mia nonna, spesso lo sguardo basso, non so se per timidezza, o come forma sottile di ossequio, quasi di eccesso di rispetto.

Mia nonna era una donna dall’apparenza semplice e dallo stile di vita ritirato, ma trasudava in autorevolezza e dignità non sempre e forse volutamente contenute.
Un caffè, qualche parola, le domande di mia nonna, le loro risposte educate e poi andavano via.

Non so chi fossero Camilla e Marta e perche’ fossero amiche di mia nonna, ma rappresentavano per me, allora bambino, una fotografia dello stato della vita.
Non avevo la malizia e neppure la conoscenza per pensare a nulla di particolare relativamente alla loro relazione, nè ricordo di essermi mai posto la questione se fossero legate da qualche legame di parentela.
Per me erano semplicemente Camilla e Marta, due «vecchiette».

Il mondo di un bimbo è fatto di verità assolute. Di fotografie che non si mettono in discussione, dove il concetto del tempo non esiste,
Per me, bimbo, il mondo era quello che stavo vivendo, in quel preciso istante e non avrebbe potuto essere diverso ne’ mai sarebbe cambiato.

Questo primo ricordo d’infanzia è cosi’ profondamente ancorato dentro di me, che ancora oggi porto il ricordo di Camilla e Marta come entità senza passato e senza futuro, con l’assurda e distratta convinzione che in qualche parte dell’universo esistono ancora.
Perché Camilla e Marta, per me bimbo, non solo erano «vecchiette», ma lo erano state da sempre.
E sempre lo sarebbero state.

Mia nonna era vecchia e mai stata bambina, seduta sul divano, con il suo sguardo truce e le sue medicine, e li l’avrei trovata ogni volta che a lei avessi rivolto lo sguardo.
Cosi’ come Camilla e Marta erano Camilla e Marta da una eternità. 
Con il loro scialletto, le scarpe/pantofole, la spilla sulla giacca, i capelli bianchi e azzurri....

D’altronde io ero Bimbo allora e per quel che ne sapevo cosi’ sarei rimasto per sempre, perche’ quello era il mio ruolo nel mondo.
Con lo sguardo curioso e imbronciato, nel mio mondo ovattato e protetto.
Cosi', relativamente.... per sempre....

giovedì 12 ottobre 2017

....l'insostenibile leggerezza dell'errore

La vita è quello succede tra un errore e l’altro.

Una collezione di intervalli tra il percorso che porta al compiersi dell’errore e il tempo del tragitto necessario a gestirne le conseguenze.
Dall’analisi delle conseguenze, all’inconsapevole decisione di intraprendere un nuovo cammino che inesorabilmente porterà ad un nuovo errore.

Ma un giorno qualunque, ormai rassegnato a
lla consapevolezza della lista degli errori che hanno caratterizzato la tua vita, ti sveglierai con una sensazione nuova, sorprendente.
Quel giorno, come in una visione ti accorgerai che quella somma di errori è in realtà un incredibile e sorprendente quadro logico virtuoso, coerente, colorato, brillante.
E mettendo a fuoco poco alla volta quella visione inizierai a vedere la tua vita intera sotto una nuova luce, a capire come hai vissuto, quello che hai vissuto o, piu’ semplicemente, il senso della tua vita.

Perché gli errori sono tutti la, in giro per il mondo, sta ad ognuno di noi decidere quali commettere, a volte senza conoscerne le conseguenze, a volte proprio in relazione delle conseguenze.
Sta a noi scegliere le tappe e decidere le direzioni da prendere, per percorrere quel percorso che per quanto impervio, di errore e in errore ci porta a vivere.

Il mio quadro logico virtuoso è la che mi aspetta, i vari elementi stanno prendendo forma il piano sequenza si sta delineando.

I contorni sono ancora sfumati, i colori appena accennati, ma sento, giorno per giorno, o meglio errore per errore, di essere sulla buona strada.
Ho già capito infatti che ho fatto una quantità incredibile di errori meravigliosi.

Un giorno, sicuro, li racconterò e sarà una storia fantastica, almeno per me.