domenica 19 settembre 2021

Il tempo è una illusione







Il presente è l’unica cosa che conta.
Quel semplice istante che stai vivendo. Adesso, ora. 
Un sorriso, un profumo, un soffio di vento.
Il presente è l’emozione che provi in quel preciso attimo, non quello che fai.
La sensazione delle labbra sfiorate, il battito del cuore, una carezza.
Quello che senti è l’emozione di quell’istante
Che non è piccolo, neppure piccolo a piacere, perche’ l’istante in quanto istante non ha tempo. 
Il resto è presente che diventa passato. E in quanto passato è qualcosa che non esiste piu’
Come un fiammifero bruciato, che non è piu’ un fiammifero.
Perche’ il passato non esiste. 
Esiste il ricordo del passato, a volte immagini, ricordi di sensazioni che sembrano rivivere solo per l’emozione che hanno generato nel loro presente.
E tutto quello che potrebbe succedere e che forse succederà, ancora non esiste.
Il futuro non esiste, il futuro non si crea, non è nascosto da nessuna parte.
Decisioni prese per il futuro, progetti e sogni non sono altro che emozioni del presente.
Perche’ quando accadranno, se accadranno, saranno “presente” per un istante e saranno in quel presente la sola cosa che conta.
E una volta vissuta quell’emozione, quel momento non esisterà piu’. 
Solo il ricordo in un nuovo presente, come il ricordo del passato che nel presente e’ presente stesso e subito ricordo.
Si, tutto quello che conta è l’istante che stai vivendo.
Forse il migliore istante della tua vita, la migliore emozione che tu possa provare.
Vivila, perche’ poi sparirà in un velleitario passato che non esiste.
Una emozione appesa nel nulla di un tempo che non ha senso come tempo, perche’ nulla trascorre, ma tutto esiste solo per un attimo.
Senza un futuro che è solo un pensiero, una semplice emozione del presente su qualcosa che ancora non esiste, e che non esisterà se non come nuovo istante.
Perché anche il tempo non esiste, è un'illusione.
Pufffff……

lunedì 5 aprile 2021

Temporaneamente...

Se hai perso il tempo, cercalo
se non hai tempo, chiedilo
se non hai più tempo, ricompralo
se ti manca il tempo, svegliati
se non perdi tempo, imprestalo
se prendi tempo, restituiscilo
se aspetti il tempo, siediti
se non passa il tempo, non aspettarlo
se il tempo stringe, allentalo
se il tempo fugge, rincorrilo
se cambia il tempo, adattati
se sei fuori tempo, rientra
se spendi tempo, riguadagnalo
se non è tempo, ignoralo
se non è più tempo, cos’è?
se hai tanto tempo, regalalo
se sei a tempo, sei arrivato
se non sei a tempo, dove sei?
se non lasci il tempo, sposalo
se lasci il tempo, consolalo
se cerchi tempo, chiamalo
se sbagli tempo, scusati
se batti il tempo, hai vinto
se trovi il tempo, mostracelo
se sei contro tempo, difenditi
se sei senza tempo, ordinalo
se ammazzi il tempo, vai in galera
se precorri il tempo, rallenta
se rincorri il tempo, accelera
se chiedi tempo, pagalo
se scade il tempo, buttalo
se c’è tempo, possiamo cominciare
se non c’è tempo, chi può sostituirlo?
se non c’è mai tempo, non chiamiamolo più
se reggi il tempo, non lasciarlo cadere
se hai ancora tempo, metti un like 😅





giovedì 18 febbraio 2021

“Vogliatevi bene, il resto non conta”


Un vecchio biglietto trovato quasi per caso in un vecchio libro, conservato piu’ per nostalgia e malinconia per l’interesse del libro.

Ma il biglietto porta il giallo degli anni, e quella calligrafia elegante che non si usa piu’.

Un biglietto che non avevo mai visto, di cui non conoscevo neppure l’esistenza.

Semplice nelle sue parole, quasi elementare. Eppure cosi’ forte se penso al momento, al contesto, alla storia.

Lei era bellissima, ma veniva da un paese lontano, molto lontano per quel tempo.
Lui aveva vissuto, era alto, sicuro di se. 
A quel tempo io non li conoscevo ancora, anzi proprio non c’ero.
Pero’ riesco ad immaginare il clima e l’avventura.

Lei figlia responsabile di un padre eclettico, romantico, imprenditore, amante della bella vita, creativo. 
Nel Veneto, regione dell’est ancora agricola e bigotta, lui si intendeva di tutto, soprattutto di vini.
Lui aveva capito il marketing, le etichette non solo il vinaccio da taverna e manda la figlia colta a discutere con la  Martini a Torino. Che idea, e poi un viaggio pazzesco.
E lei parte per Torino, un po’ come partire per l’america.

Il fatto che a Torino, anzi in un piccolo paese di provincia, ci fosse anche la sua amica d’infanzia che aveva sposato un bel falegname piemontese conosciuto come un tempo nel vestire la divisa, proprio in Veneto.
E quella sera con l’amica di infanzia, caso volle che ci fosse anche il miglior amico del falegname.
Si, proprio lui. Bello, alto, ben vestito, con lo sguardo imbronciato, la sigaretta in bocca.
Che quella sera, passato per caso, perde la nozione del tempo e si dimentica di rientrare per cena.
Alla fine della serata si salutano e lei torna a Verona. Forse lui le ha lasciato un numero di telefono, forse si sono scambiati gli indirizzi, forse si sono detti qualche parola segreta che non ho mai saputo.
Ma da quella sera la loro vita non fu piu’ la stessa.

Si dice che si siano rivisti tre volte in un anno, non poco per la distanza, per la difficoltà di viaggiare, per quei tempi. 
Lunghe lettere immagino e giornate passate al telefono pubblico in attesa della conferma della teleselezione. Certo un dialogo difficile.
E poi la lingua italiana, visto che i dialetti erano quasi come una lingua straniera. 
Cosi’ come la cultura, i circoli di amici, le conoscenze.
Lui con un atteggiamento un po’ borghese del Piemonte guida d’Italia, ma fiero del suo lavoro e della sua indipendenza.
Lei colta e profonda, fiera del suo paese e forse un po’ libertina e ribelle per quel tempo. Spesso confusa e quasi umiliata dai luoghi comuni, dalle ignoranze sociali. Per questo ribelle.
Ma quella sera, quello scambio di sguardi, quei respiri, quell’italiano necessario e ricercato, quel flusso che non sai da dove venga avevano accarezzato tutte le differenze e creato la bolla perfetta.

Non avevano piu’ vent’anni, non avevano tempo di conoscersi meglio, dovevano vivere, dovevano viversi.
E contro tutto e tutti decidono di iniziare la loro vita insieme, perche’ vedersi tre volte all’anno non era piu’ sostenibile e poi dovevo arrivare anch’io.
Chissà quanti pensieri, chissà quante confidenze con l’amica del cuore.
E’ cosi’ che Marisa, l’autrice del biglietto e amica di sempre di mamma augura loro: “vogliatevi bene, il resto non conta”.

Quel “resto” che non conta neppure adesso che stanno insieme ormai per sempre.

#rosetta #giorgio #anni50 #lamoreèunacosameravigliosa