domenica 20 settembre 2020

La ragazza del secolo scorso


“Ho cercato di fare prevalere le ragioni, ma ho avuto grandi torti, del resto chi può negare di sé di non averne avuti". (Rossana Rossanda)

Non avevo soldi al tempo del liceo, erano gli anni ’70.
Come tutti quelli che invecchiano, ci sono ricordi che sembrano freschi di un tempo appena passato. Lo sai che bastano pochi attimi per rimettere quei ricordi nello spazio temporale che meriterebbero. 
Ma tu indugi, prendi tempo. E li tieni li, freschi e baldanzosi.
Non c’è neppure bisogno di chiudere gli occhi, non serve 
E’ un pezzo della tua vita che riaffiora, non è nostalgia, ma consapevolezza.
Ed ecco che mi vedo come fosse ieri, con la mia prima copia del Manifesto, nella tasca dell’eskimo, con il titolo del giornale che spunta fuori ed io con quell’aria finalmente fiera di aver fatto la mia scelta.
Era maledettamente bello il Manifesto, bello da vedere. Forse non lo ha detto nessuno.
E’ ancora bello adesso. A volte lo sguardo mi sfugge passando vicino ad una edicola e lo riconosco sempre, pur nella ormai povera raccolta di quotidiani cartacei. Non puoi non notarlo.
Forse perché ha mantenuto negli anni sempre lo stesso stile ed è ancora bello, come bella è la versione online, come sarà bella qualunque versione che il tempo e la tecnologia proporrà.
O forse perchè io lo vedo come se stesse ancora spuntando dalla tasca del mio eskimo.
Chissà.
Rappresentava per me, ignorante politicamente, una visione pura in un periodo di grandi schieramenti. Un riferimento per tutte le domande che ci si poneva in quel momento storico, ricco di curiosità e povero di risposte.
E la bellezza della semplicità grafica aveva più forza dei contenuti che spesso andavano oltre la mia ancora limitata capacità critica.
Rossana, Luciana, Valentino, Lucio, erano per me un tutt’uno, quasi la stessa persona. 
Eleganti come il loro giornale, colti, profondi in ogni ragionamento.
Qualcosa di diverso. 
Come i corsivi di Stefano Benni che leggevo e rileggevo come una sorta di breviario personale.
Mi crogiolo ancora per qualche minuto affacciato a questa finestra temporale che spazia sul Novecento, dove lei, “la ragazza del secolo scorso”, mi saluta senza troppi sorrisi.
E non importa se quel messaggio politico sia fallito o cosa sia diventato. 
Se il “manifesto” interpreti ancora quei sogni. 
Non lo so, e mentre socchiudo la finestra resto con la sensazione che sebbene il mondo sia oggi globalmente piu’ ricco, sia ancora molto ingiusto. Perchè quelle dialettiche legate allo scontro sociale sono rimaste nel “novecento”, anche se oggi i ricchi sono sempre piu’ ricchi e i poveri sempre piu’ poveri.

Ciao Rossana, saluto con te la classe, la coerenza, la serietà, la responsabilità delle proprie azioni, giuste e sbagliate.
Avevi avuto il coraggio e la forza di accompagnare Lucio al suo ultimo volontario viaggio, lui ora ti aspetta da qualche parte, ne sono certo.

Salutamelo.