domenica 24 aprile 2022

25 Aprile


Io ho paura, paura di non avere paura. 
Eppure vedo scene di distruzione, di desolazione, di strazio infinito.
Città rase al suolo, edifici bruciati e distrutti.
Non ci voglio credere, mi dico che non è possibile. Non ha senso.
Non posso credere che sia tutto cosi’ terribile, che ci sia ancora una umanità capace solo di distruzione, di dolore, di cattiveria, di soprusi.
Non arrivo o meglio non voglio distruggermi l’anima nel sentire il dolore di chi ha perso tutto.
Non ce la faccio, non reggo, mi devo fermare prima, alla distruzione. Non voglio avere paura.
Il dolore della disperazione lo percepisco, lo sento, ma non lo voglio vedere, non lo reggerei.
Non è una nuova guerra e non è diversa da tante altre in altri luoghi con o senza gli stessi attori.
Ma per l’impetuosità degli eventi, il precipitarsi della situazione, la sensazione di distruzione totale, quotidiana, mi sembra piu’ violenta che mai.
La mancanza di qualsiasi iniziativa diplomatica, l’assenza di una volonta’ comune o trasversale di ricerca di una soluzione di pace, mi sconvolge.
Quasi irreale la mia vita comoda, la mia casa pulita, l’acqua corrente.
Quando un vaso rotto, un bicchiere in frantumi sembra già una tragedia.
Eppure sono qui a ripensare al mio pacifismo, al “fate l’amore non fate la guerra” come uno slogan ormai obsoleto. E la libertà come un diritto acquisito per sempre, impensabile imbracciare un fucile per difenderlo.
Non capisco nulla di guerre, ma so che in ogni guerra c’è sempre l’oppresso e l’oppressore, e non importa se qualche oppresso è stato oppressore in passato.
E in guerra non sempre vale la dottrina del male minore, perche’ un male anche se minore è sempre un male.
Non è una divisione di popoli, ma lotte di potere, perche’ poi viviamo tutti sotto le stesse stelle. Amiamo allo stesso modo figli e compagne. Vogliamo vivere in pace, respirando la stessa aria.
Volgiamo il rispetto del diritto all’autodeterminazione.
E io, nonostante tutto, ho paura di non avere paura, di guardare tutto con distacco, per non avere paura davvero.
Maledetto me. Impara la paura, la commiserazione, la comprensione, condividi quegli sguardi di terrore, rispetta la dignità di chi ha perso tutto..
Guarda dritto negli occhi quelle facce annerite dal fumo delle esplosioni.
Perche’ si, si puo’ combattere e morire per la libertà.
Come hanno combattuto i nostri padri, i nostri nonni.
"𝘌𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘶𝘰𝘮𝘪𝘯𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘷𝘪𝘴𝘴𝘶𝘵𝘰 𝘢𝘭 𝘥𝘪 𝘭𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘦, 𝘢𝘯𝘪𝘮𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢 𝘶𝘯 𝘥𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘳𝘪𝘰 𝘪𝘯𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘤𝘦.
𝘕𝘰𝘯 𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘳𝘰𝘯𝘰. 𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘥𝘪𝘳𝘪𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘦̀ 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘭’𝘪𝘯𝘶𝘮𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘧𝘶𝘵𝘶𝘳𝘰.
𝘍𝘢𝘵𝘦 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘶𝘰𝘮𝘪𝘯𝘪 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘴𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘶𝘴𝘰, 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘦𝘨𝘶𝘪𝘵𝘢𝘵𝘦𝘭𝘪, 𝘢𝘧𝘧𝘭𝘪𝘨𝘨𝘦𝘵𝘦𝘭𝘪: 𝘴𝘰𝘱𝘱𝘰𝘳𝘵𝘦𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰, 𝘳𝘪𝘴𝘰𝘳𝘨𝘦𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰. 𝘓𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘢 𝘩𝘢 𝘪𝘯 𝘴𝘦́ 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘢𝘳𝘪𝘦 𝘦𝘯𝘦𝘳𝘨𝘪𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘧𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘭’𝘦𝘴𝘱𝘳𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘴𝘢𝘤𝘳𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀.
𝘔𝘢 𝘵𝘰𝘨𝘭𝘪𝘦𝘵𝘦 𝘢 𝘶𝘯 𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘭𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘦 𝘭𝘰 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘵𝘦 𝘴𝘷𝘶𝘰𝘵𝘢𝘵𝘰, 𝘢𝘯𝘯𝘪𝘤𝘩𝘪𝘭𝘪𝘵𝘰, 𝘷𝘪𝘯𝘵𝘰.
𝘝𝘪𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘓𝘪𝘣𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦."(𝘤𝘪𝘵. 𝘎. 𝘛𝘢𝘮𝘱𝘪𝘦𝘳𝘪)
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MI piace pensare che la libertà non sia un diritto acquisito, ma un privilegio, e per me una sensazione di leggerezza, quasi di piacere.
Libero di pensare, di scrivere, di uscire o di restare.
Ma anche libero di mangiare, di scegliere, di vivere o morire.
Dedico questo pensiero a tutti gli arroganti che puntualizzano, agli isterici che si inalberano, ai benpensanti che giudicano. Loro non sanno, poverini, di avere il privilegio di poter essere arroganti, isterici e benpensanti. Loro non godono...