martedì 29 giugno 2010

Ha da passà 'a nuttata....

Ormai aspettiamo i cicli negativi del mercato con il capo chino, quasi a proteggerci.

E implacabilmente le crisi arrivano, con puntualità. E sempre più dure.

Per molti anni abbiamo sostenuto il cambiamento, cercando di cogliere nei periodi di crescita le opportunità per progetti di rinnovamento e di innovazione, e nei periodi di crisi le opportunità per consolidare ed ottimizzare.

Abbiamo sostenuto, ma non sempre con grande successo, l’importanza di gestire il cambiamento continuo. Purtroppo, e sempre più spesso, con la triste consapevolezza che il cambiamento non arriva mai con il trend di business positivo, come sarebbe logico.
“Perché cambiare proprio adesso che va tutto così a meraviglia?”

E allora il cambiamento diventava un obbligo alle prime avvisaglie di una crisi, quando la situazione contingente obbliga l’azienda a ridurre i costi, a ottimizzare i processi.

O almeno così è stato, fino ad un paio di crisi fa.

Ora non si reagisce più.

Si chiudono i progetti, anche quelli che potrebbero portare ad una riduzione dei costi, e ci si dedica ai fogli elettronici, con i dati di budget e con le revisioni.
Sempre al ribasso naturalmente, spesso senza logica e senza strategia.
Ci si chiude a riccio, nel disperato tentativo di spendere meno.

Ha da passà ‘a nuttata…

Va bene, facciamola passare questa nuttata, ma nel frattempo non potremmo sfruttare queste ore di veglia per riflettere e far riflettere?

Per provare a sorprendere il nostro management e le nostre Linee di Business quando si sveglieranno dal torpore della nottata, sicuramente ancora in balia delle ansie notturne.

lunedì 7 giugno 2010

ICT: perchè l'America non è mai l'Italia?

E’ sin troppo facile partire dall’esempio di un progetto di successo come Facebook, per indagare sugli oscuri misteri dell’innovazione e del business correlato.

Sfogliando Internet per qualunque tipo di prodotto, innovativo, di mercato, opensource, si trovano solo link a siti stranieri: l’America.

Sono dunque piu’ fantasiosi, intelligenti e creativi i tecnici americani?

Perche’ in Europa (e non dico in Italia per pudore) non si riesce a creare movimento, massa critica, interessi, verso nuove soluzioni e nuove idee?

Eppure le menti brillanti non mancano. Tanto che quando sono troppo produttive vanno proprio in “America” a sfogare le proprie esuberanze creative.

Non parlo della ricerca scientifica piu’ accademica, ma delle iniziative di business che vengono dalla base, dalle nuove generazioni.

Ma dentro le nostre aziende come vengono percepite le idee di innovazione.

Vengono coltivate? Sollecitate?

O invece, addirittura, ignorate!

Certamente un sistema Paese che crede nell’innovazione, che “prova” i prodotti anche i piu’ fantasiosi proposti quotidianamente sul mercato, aiuta a creare massa critica, ma soprattutto fiducia ed entusiasmo.

Un sistema paese dove l’innovazione tecnologica e’ vista come opportunità e non come costo e dove un giovane brillante può, con una buona idea, ambire ad un posto di lavoro serio, professionale e decentemente retribuito, e non semplicemente ad uno “stage”.