domenica 22 novembre 2020

Il nuovo "secolo scorso"...

ma questo lo usavano nel secolo scorso…
Quante volte credo di averlo detto anch’io nella mia vita, da ragazzino. 

Perche’ per me,  nato nel mezzo di un secolo, non era cosi’ lontano il “secolo scorso”, quel secolo scorso, l’unico secolo scorso.

Anche se dal secolo scorso una impressione e velocissima evoluzione tecnologica e sociale aveva cambiato la storia dell’umanità come mai era successo prima.

Facile pensare al secolo scorso con il naturale distacco ricordando con romantico affetto: il carbone, le carrozze, il Risorgimento, Garibaldi e Cavour.

Per questo non avevo mai dato un senso diverso al “secolo scorso” neppure all’alba di questi nuovi anni ’20.

Fino ad oggi pomeriggio, quando tre ragazzini in bicicletta, commentavano non so quale “gingillo” con aria divertita e distaccata: “ma questo lo usavano nel secolo scorso”.

Detto con noncuranza, senza nessuna malizia o sarcasmo. Con lo stesso mio distacco verso un mondo che è cambiato.

Ho alzato lo sguardo nella città semideserta, i viali relativamente vuoti, con il sole del crepuscolo che abbagliando copriva i dettagli e rendeva approssimative le forme. E sul momento mi sono trovato sospeso, confuso, senza piu' riuscire a mettere a fuoco il secolo “giusto”.

Per un attimo, tra i lampioni e il controviale, ho avuto la sensazione, quasi l’impressione che da un momento all’altro sarebbe comparsa una carrozza con i cavalli ad attraversare il corso.

Poi le risate dei ragazzini mi hanno riportato al presente, alle loro biciclette iper-tecnologiche tutti e tre con il caschetto d’ordinanza (ma quando mai ho messo il casco per andare in bicicletta, nel secolo scorso..)

Ecco, improvvisamente ero io quello del secolo scorso… con i miei ricordi dei gettoni telefonici, delle musicassette, della Duna e dell’Alfasud. E con me gli anni del boom e gli anni di piombo, i Pink Floyd e i cantautori, le notti magiche e Tomba la bomba...

Improvvisamente l'ottocento, il mio “secolo scorso” è diventato definitivamente e semplicemente  l’ottocento e i meravigliosi anni '80 e altri indimenticabili decenni del 1900.... declassati a nuovo “secolo scorso”.

E cosi', con la sensazione del rumore degli zoccoli ho ripreso il mio dignitoso contegno, sistemato la tuba, riposto l’orologio nel taschino e stretto nel mio mantello mi sono avviato verso casa.


domenica 15 novembre 2020

Ridire, irridere, deridere, sorridere, sogghignare….



Ormai è prassi comune, quasi un’arte. Per comunicare bisogna assumere quell’espressione a metà tra il divertito e lo strafottente.
Praticamente una maschera quasi clownesca, lombrosiana, accompagnata a strizzatine d’occhio cariche di complicità.
Come se il messaggio non fosse per l’interlocutore, che ovviamente è scontatamente d’accordo, ma per tutto il resto dell’umanità che per ignoranza, leggerezza, stupidità non capisce, non riesce proprio a capire.
E cosi’ si disseminano “verità”, senza neppure entrare nel merito, ma solo irridendo coloro che ancora non capisco, che non ci arrivano.
Si è perso il senso della dialettica, del partire da un postulato, da considerazioni ipoteticamente oggettive per poi sviluppare un ragionamento ed esprimere una opinione.

Ecco una opinione, non la verità assoluta.

Perché l’opinione si esprime con serietà, con riflessione.
Comunicare le proprie convinzioni soprattutto quando consapevoli di metterle in pubblica piazza, richiede serietà.
Inculcare false verità con il siero della complicità, richiede solo la capacità di sogghignare.
Il sorriso perenne, per qualunque argomento, come una smorfia scontata.
Qui siamo oltre alla risata isterica e patologica del mitico Joker.
Siamo alla deliberata mistificazione della realtà, semplicemente dribblata dalla derisione.
Si spacciano “verità” come se fossero scontate, universali. Quando la verità non esiste in senso assoluto, perchè tutto cambia sempre.
Esistono eventualmente cose esatte, ipotesi verificate sperimentalmente, che non sono verità ma solo dimostrazioni di ipotesi. Ipotesi che poi possono avvalorare, o meglio, giustificare le opinioni che ne derivano.
Ormai del fatto che esista ancora qualcuno in grado di comunicare opinioni non interessa più a nessuno.

Basta un ammiccamento e una risatina e siamo automaticamente dalla parte della ragione.

Altro che maieutica…