lunedì 19 ottobre 2015

Caro Erri.....

Caro Erri, un po’ ti conosco, ho letto alcuni dei tuoi scritti, a volte ti ho anche cercato e sono andato ad ascoltare quello che avevi da dire.
Sono quindi felice che oggi ti abbiano liberato da ogni accusa e tu abbia la libertà di poter dire quello che pensi, che ritieni giusto. 
Io credo, caro Erri, che la libertà di espressione soprattutto quando utilizzata da chi può permettersi ampia risonanza mediatica, porti con se una dose di responsabilità.

Per questo vorrei che tu fossi consapevole della forza delle tue parole e dell’interpretazione e dell'utilizzo che potrebbe esserne fatto da talune frangi, sicuramente minoritarie e infiltrate, che non aspettano altro per esplodere rabbia e insoddisfazione.

Non so caro Erri, se un'altra persona, anche solo uno sconosciuto editorialista di un giornale di provincia, utilizzando le tue stesse parole avrebbe potuto contare su tanta attenzione e su tanto supporto, fino a portare il giudizio a riconoscere quella libertà che forse neppure la nostra costituzione garantisce.

Sai caro Erri, io vorrei avere la tua stessa libertà di espressione per dire che non sono d'accordo, che il termine « sabotare » verso un bene pubblico  (o chiamalo anche un « male pubblico », non importa, non voglio entrare nel merito in questa mia riflessione), non sia eticamente accettabile.

Troppe volte in questi anni ho visto forme di protesta che non riesco a condividere, io sono contro l’uso delle « cesoie » per distruggere. Così come sono contro la generalizzazione dell’odio verso le forze armate che, seppure con qualche distinguo, hanno un ruolo ed eseguono degli ordini.

Io credo che i lanci di pietre, i fuochi sulle strade, i fazzoletti sulla faccia, l’irridere le forze armate, non siano state una scelta intelligente per contrastare una scelta politica che ai locali  (me compreso) non piace.

Difendere o nascondere tutto questo ha fatto male al movimento e male anche ai suoi obiettivi.

Io credo ancora nella dialettica, nel confronto, nella discussione.
Purtroppo sono ormai anni che con gli amici del movimento non si riesce piu’ a discutere :  « O sei con noi o sei contro»…
E io in questo schierarsi obbligatorio non riesco proprio a ritrovarmi.
Io voglio discutere, voglio negare per poter essere convinto del contrario.

Lo sai, caro Erri, che io sarò preso di mira da mille critiche per questo ?
Senza leggere fino in fondo, senza neppure entrare nel merito...
Lo sai che mi diranno che non capisco nulla, che sono ignorante, che mi faccio prendere in giro, che credo ai giornali….
Mi daranno del « voi », come se pensarla diversamente anche su pochi dettagli ti  debba forzatamente condannare al ghetto (il « voi »)

Quindi caro Erri, oggi che hai avuto tutta questa visibilità mediatica, pensa anche a me e a quelli come me.
Prova a usare la tua lucidità, la tua capacità di comunicare per far capire che si può sabotare, ma ci si può anche confrontare.
Che sabotare non vuole dire tirare le pietre e distruggere, ma civilmente impedire (in modo non violento e rispettoso e per un periodo limitato) il regolare svolgimento delle operazioni. Creare disagio, al solo fine di attirare l’attenzione e non per lo scopo ultimo di distruggere.

Io sto con te Erri, e con il tuo diritto e la tua libertà di espressione.
....ma proprio oggi, caro Erri, vorrei che anche tu stessi un po’ con me…


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