mercoledì 25 aprile 2018

Nota di release 6.0 - ricordati di santificare le feste


Ricordati di santificare le feste…
E se c’è una festa che vorrei santificare piu’ di altre, questa è proprio il 25 Aprile.
Sono stato la seconda generazione e se non ho vissuto in prima persona la “liberazione” ho conosciuto chi me l’ha potuto raccontare.
Ho ascoltato spesso i loro racconti, scevri di epopea ma carichi di emozioni.
Figlio di operai, sono cresciuto unendo il mito della libertà con la fierezza del lavoro.
E la coincidenza della vicinanza delle due feste mi ha sempre tolto il gusto di viverle con il giusto tempo.
Un po’ come mia figlia che nata nei dintorni di Natale vede confondersi le sue due feste preferite.
Pochi ma puntuali i racconti di mio padre, scappato dai rastrellamenti dei tedeschi. Ricordo come una favola il suo racconto, per me bimbo, di quando si nascose per giorni in una stalla, in una mangiatoia, coperto dalle foglie secche…. dove una lontana parente gli portava poche cose da mangiare e sistemava le foglie.
Lei si chiamava Esterina e io l’ho conosciuta, perche’ mio padre mi portava di tanto in tanto in quel di “Lajetto” a trovarla e io, sempre bimbo, non capivo bene quale relazione avesse mio padre con quella vecchietta.
Erano gli anni 60, ma Esterina mi è rimasta nel cuore, ha salvato il mio papà e di lei con tenerezza mi ricordo il 25 di aprile.
E ogni 25 Aprile decido di fare qualcosa, anche una cosa banale, non importa quale, ma nella mia piu’ totale libertà di poterlo decidere. Godendo piu’ della libertà di poterlo fare che del semplice piacere di farlo.
Per ricordarmi di santificare la festa.
Libertà….

Scrivevo qualche tempo fa:

MI piace pensare che la libertà non sia un diritto acquisito, ma un privilegio e per me una sensazione di leggerezza, quasi di piacere.
Libero di pensare, di scrivere, di uscire o di restare. 
Ma anche libero di mangiare, di scegliere, di vivere o morire.
Dedico questo pensiero a tutti gli arroganti che puntualizzano, agli isterici che si inalberano, ai benpensanti che giudicano. 

Loro non sanno, poverini, di avere il privilegio di poter essere arroganti, isterici e benpensanti. 
Loro non godono...



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