martedì 18 dicembre 2012

630 anni dopo...

Forse è perche' si sta avvicinando la fine del mondo, ma anche io mi sento circondato da un alone di romanticismo misto a malinconia, al netto della nostalgia.
Il tutto condito da una dose ancora vispa di gustosa voglia di vivere, condividere, esplorare e perche' no: sperare.

Erano passati 35 anni da quella calda estate del '77 e credo che nessuno di noi sia riuscito ad evitare un pensiero a tutto il tempo trascorso, alla vita vissuta, lungo la salita innevata dei tornanti della Certosa.

Quanti eravamo quella sera? 18? 
....630 anni di vissuto......  non male...

Che fortuna cha abbiamo avuto (quasi tutti). 
Non so quali fossero le aspirazioni di quei baldi giovanotti nell'estate del '77, ma sono sicuro che ognuno di noi ricorda la paure, le insicurezze, anche se spesso nascoste dalla voglia di vivere o forse meglio, di scoprire.
E di sognare.
Tutto poteva accadere, non solo grandi successi, ma grandi fallimenti, vicissitudini, speranze stroncate, sofferenza.

Invece eravamo tutti li, come allora. Quelle stesse persone, libere dai vincoli della timidezza adolescenziale, sicuri di quello che siamo diventati, tranquilli nelle nostre personalità.
Che fortuna ritrovarsi in sintonia, 630 anni dopo.

Perchè io ero io, davvero, quello che sono adesso. E cosi' penso ognuno di noi.
Non mi ero calato nello studente del Liceo. 
Ero proprio io, quello che sono adesso: 54enne invecchiato, ma fiero e consapevole della mia vita, dei miei pochi capelli, delle mie rughe e del mio sempre rude e spigoloso carattere.
Non avevo niente da nascondere e ancora meno da far scoprire a chi mi ha conosciuto da sempre.
E' stata la conferma di essere noi stessi che ci ha reso sereni, che ci ha fatto venire voglia di vederci piu' spesso.
Di conoscere ancora di piu' chi siamo, cosa siamo stati, e magari in futuro anche di quello che avremmo potuto o voluto essere.

Poco spazio abbiamo lasciato alle nostre vite vissute, ai figli (se non per meri fini statistici), mariti, mogli, amanti, capi ed aziende. Poco niente, eravamo solo noi.
Con le nostre sensazioni, qualche curiosità, ma prevalentemente sguardi, sensazioni, qualche ricordo. Piu' per consolidare il presente, che per rinvangare il passato.

Avremo tempo per ricordare la settimana bianca, i nomignoli, i finti lavori in corso con la classe di fianco, la maniglia per il bagno privato, le partite di calcio con il cancellino, il bob fatto con le sedie nel corridoio, le partite a ping pong da abrate (quello che abitava piu' vicino alla scuola), l'autostop per salire al colle, le finte bombe per non fare lezione, le sigarette fumate di nascosto, le fughe al bar del castello, le formule di algebra scritte sul muro, i bigliettini di latino, la prof. di filosofia con la maglia traforata, il prof di inglese che non insegnava inglese, i bigliettini di angelini,....

Magari un giorno ricorderemo con tenerezza Giuliana, che non vogliamo nominare.......

Adesso abbiamo ancora tante cose da fare, da raccontare, Maya permettendo....




Nessun commento:

Posta un commento