mercoledì 12 febbraio 2025

"Quando sarai Piccola"

Non so se sia giusto o meno che sia una canzone di sanremo a trattare considerazioni cosi’ particolari e anche molto personali.
Tuttavia una canzone, nel ripetere il suo ritornello, puo' improvvisamente riaccendere pensieri assopiti, risvegliare momenti di vita, riportarti indietro nel tempo.
Il fatto è che quando siamo ragazzi abbiamo una visione del mondo come fosse una eterna staticità. Tutto è cosi’, tutto è sempre stato cosi’ e cosi’ sarebbe stato.
I nonni sono sempre stati vecchi e saggi, i genitori belli e severi. Attori, cantanti e sportivi icone eterne.
Maradona, Pele, Brigitte Bardot e Jane Fonde, Sandra e Raimondo.
Per un lungo periodo della nostra vita, Il trascorrere del tempo è una naturale sequenza di avvenimenti in una finestra temporale che consideriamo quasi eterna, non un divenire continuo, un presente che diventa passato.
Una lenta e naturale evoluzione del mondo che ci circonda e soprattutto una evoluzione e un cambiamento continuo di noi stessi.
Si diventa vecchi e non si è vecchi per sempre.
Quante volte vedendo una persona anziana, camminare con fatica, mi sono chiesto come correva nei prati quando era ragazzino, come saltava da un albero, come sognava di diventare un grande sportivo, come guardava il sole con sfrontatezza, prima di diventare vecchio e con lentezza ritrovarsi ad alzarsi a fatica dalla sedia con il suo bastone.
Quante volte ho provato, senza riuscirci, ad immaginare i miei nonni da bambini, per me sono sempre stati nonni.
Anche adesso, pensando a loro, adesso che nonno potrei essere anche io.
Mi consola il fatto che lungo la mia vita, lungo i miei cambiamenti, nel processo di continuo invecchiamento, mi sono inconsapevolmente abituato al mio nuovo essere come se il mio essere attuale fosse sempre stato cosi’. Almeno fino ad oggi.
E’ questo il miracolo?
E’ cosi’ che riusciamo a sorridere anche quando il perimetro del nostro mondo e dei nostri movimenti si riduce giorno per giorno, inesorabilmente?
E per il momento o perlomeno in questa riflessione, non voglio pensare alla malattia, alla demenza, alla perdita parziale o totale di autonomia, non tanto per l’impatto su di me, quando per l’impatto su chi mi circonda.

Perche’ ancora devo trovare il modo e la forza per fare in modo che comunque vada, nella piu’ malaugurata delle ipotesi, questi eventuali impatti non vadano a pesare su chi mi ha visto invecchiare.