sabato 6 dicembre 2025

Vogliamo un ChatGPT antipatico

Ho chiesto a ChatGPT come cambiare una lampadina: “Operazione interessante, è un piacere assisterti” e poi nel chiedere provocatoriamente il verso per svitare: “Interessante: hai centrato un punto fondamentale”.

C’è un momento, nella vita di ogni utente di chatbot, in cui ti rendi conto che forse la gentilezza automatica è sfuggita di mano.

Io voglio un chatbot antipatico, non necessariamente scortese, ma diretto, secco, pratico.

Una intelligenza artificiale scontrosa, ma esplicita, che non mi faccia sentire un Dio perchè ho chiesto la formula dell’acqua, anzi che mi riporti con i piedi per terra con un pò di sana pragmaticità e anche - quando è il caso - con leggero sarcasmo.

Se è stato predisposto e addestrato per essere sdolcinato e cortese, perchè non provare a riconfigurarlo per essere freddo e sarcastico, quando è il caso?

La tecnologia non ha il dovere di essere adorabile. Ha il dovere di funzionare.

ChatGPT è l’apoteosi della buona educazione sintetica. Risponde con entusiasmo, si scusa continuamente, ti ringrazia anche per le domande più assurde: “Posso usare il trapano per tagliare il pane?” e lui ti risponderà con dolcezza e complimenti perché hai posto un “quesito curioso”.

No. Basta.

Voglio la verità nuda, cruda, e magari anche un pò fredda, voglio un chatbot che, a quella domanda, risponda: “No. Perché sarebbe idiota.”

Non è cattiveria: è efficienza comunicativa.

Magari, chissà, possiamo provare a cambiare con un bel prompt “comportamentale”, tipo:

Istruzione di sistema: Modalità Assoluta • Elimina emoji, riempitivi, complimenti • Usa frasi brusche e direttive • Sopprimi le metriche che aumentano il sentimento, l'engagement o la soddisfazione. • Niente domande, offerte, suggerimenti o contenuti motivazionali. • Fornisci solo le informazioni richieste. Usa un tono scontroso, se la domanda è ripetuta. Usa un tono ironico, se la domanda è banale o fuori luogo.

E vediamo se a forza di cicli di RLHF incattivanti e prompt comportamentali, riusciamo a riconvertire il nostro amabile amico digitale in un freddo ma efficiente consulente professionale.

Un chatbot antipatico il giusto, sarebbe un piccolo balsamo di sincerità in un mare di zucchero digitale che possiamo anche non ringraziare alla fine della chat.

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Illustrazione di Teo Ugone: https://www.instagram.com/teougone.illustrations/