sabato 12 maggio 2012

Sensazioni di primavera

Era un bel giorno di primavera di qualche anno fa.
Il cielo era chiaro, come oggi, l'aria era fresca e pungente e il cielo non era l'unica finestra di blu.
Il blu più scuro e più denso era quello delle acque del lago che faceva contrasto con il verde acceso del prato appena rinfrescato dalla primavera.

In quel periodo eravamo un gruppo di amici che aveva l'abitudine di ritrovarsi in un prato a correre dietro un pallone, anche se ormai il pallone correva troppo veloce e spesso decideva in totale autonomia dove andare.
Quel giorno, quel pallone aveva assunto una dimensione molto piu' regale, gli amici si erano avventurati fino al prato vicino al lago per confrontarsi con altri e nuovi gruppi di amici.
E per festeggiare l'avvenimento si erano circondati degli affetti più cari.
C'ero anch'io in quel gruppo di amici. Io che amavo quel pallone molto più di quanto fossi stato in grado di controllarlo. Al punto da gioire più nel vedere l'arte di chi lo manovrava che non nell'entrare nel vivo.

Però mi piaceva partecipare. Sentire l'odore dell'erba, immergermi nel rumore e nell'odore delle stanze umide dove ci si cambiava.
Mi sentivo uno di loro senza esserlo. Ero felice di indossare una maglia con un numero, come quella di tutti gli altri. Facevo parte della squadra.

Quel giorno, poi, non ero solo.

C'era un bambina con i capelli biondi e un sorriso che avrebbe conquistato il mondo.
Anche lei partecipava rapita dall'atmosfera, con le mani aggrappate alla rete, a seguire il pallone e la gente che correva sul prato verde.
Quella bambina sapeva che li di fianco, tranquillo come il sole, il suo papà seguiva la stessa scena con lo stesso entusiasmo e forse con la stessa ingenuità.
E l'ultima cosa che quel padre avrebbe immaginato, era vedere la bimba avvicinarsi alla panchina sfoderando il suo miglior sorriso per rivolgersi all'amico allenatore: "Ennio lo fai entrare il mio papà, che così fa gol?"

Ricordo come fosse ora il viso divertito del mio amico "allenatore" e il sorriso nei miei confronti.

Ricordo come fosse ora il suo cenno e la fierezza con cui mi sono alzato e sono entrato nel campo.
E ricordo come fosse ora la sorpresa nel trovarmi il pallone che rimbalzava davanti a me, libero, senza ostacoli. E poi la brezza, il prato verde, due pali bianchi, un raggio di sole.....
Forse ho chiuso gli occhi, sicuramente ho trattenuto il respiro, poi è stato cosi' semplice e naturale spingerlo oltre quella riga bianca.

Ma ricordo soprattutto, come fosse ora, quella bimba che saltava per la gioia e urlava: "E' il mio papa'... è lui che ha segnato. Hai visto Ennio? Te lo avevo detto....."



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