domenica 10 marzo 2013

10 marzo...

….donne.

Elvira sta a capotavola. Occupa molto più' posto di tutte le altre tre insieme.
Il trucco non eccessivo, ma vistoso. E il rossetto va ben oltre lo spazio che il tempo ha lasciato alle labbra.
Il coprispalla piumato nero sullo schienale della sedia lascia intendere un guardaroba ancora ricco e ricercato.
I capelli cotonati di rosso, i grandi occhiali quadrati, le mani che disegnano nell'aria emozioni che le parole non sempre riescono ad esprimere.
Ogni tanto una mano si ferma sull'avambraccio dell'amica, lo stringe e lo cattura a sottolineare l'importanza del concetto.

Liliana sta dall'altra parte del tavolo. Lei e' l'amica del cuore di Elvira, si vede.
Ne imita i gesti, gli atteggiamenti, a stento i vestiti, ma lontana dalla sua dialettica e della sua gestualità. La osserva ammirata, anche un po' invidiosa, forse stanca dalla lunga amicizia.
Una vita di complicità a senso unico, a dare ragione, a riconoscere, a seguire.
Beve in silenzio il suo cappuccino. A cosa starà pensando intimamente?

Anna veste sobriamente, sorseggia il succo di carota, e quel che resta del cappuccino. Si libera il braccio da Elvira e tenta un suo assolo.
Lei vorrebbe scherzare, ridere, parlare di tutto un po'. Ma Elvira la incalza con le sue beghe familiari.
Anna probabilmente è la più giovane, ha fretta, deve scappare.

E poi c'è Maria. Minuta e raccolta nel suo angolo. I capelli dignitosamente bianchi. Il cappotto e lo scialle. La borsa sulle ginocchia.
L'unica che sembra veramente fiera del suo essere nonna, e forse l'unica a non esserlo.
E' a lei che si rivolgono le amiche per contare i cappuccini e i succhi di carota, per organizzare la prossima colazione al bar della domenica mattina.
E' nell'improvviso silenzio che Maria estrae la sua agendina dalla borsa, gonfia di foglietti e santini, con i fogli tutti scritti di piccoli  e ordinati appunti.
E' lei che con la voce gentile e un sorriso accennato paga il conto, raccoglie gli sguardi di assenso e segna sull'agenda "Domenica, ore 10 al bar dell'angolo".

Io finisco il mio cappuccino al bancone ed esco accompagnato dai profumi di borotalco e lavanda.

Senza questo intermezzo non mi sarei fermato a guardare quattro uomini all'angolo della strada. 
Tutti seri nei loro vestiti e cappotti grigi. Dozzinali, senza personalità.
Discutevano svogliatamente, guardando i lavori del grattacelo. Non ho distinto le singole persone.
Ma solo gli sguardi stanchi e forse rassegnati.

…uomini.

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