domenica 15 novembre 2020

Ridire, irridere, deridere, sorridere, sogghignare….



Ormai è prassi comune, quasi un’arte. Per comunicare bisogna assumere quell’espressione a metà tra il divertito e lo strafottente.
Praticamente una maschera quasi clownesca, lombrosiana, accompagnata a strizzatine d’occhio cariche di complicità.
Come se il messaggio non fosse per l’interlocutore, che ovviamente è scontatamente d’accordo, ma per tutto il resto dell’umanità che per ignoranza, leggerezza, stupidità non capisce, non riesce proprio a capire.
E cosi’ si disseminano “verità”, senza neppure entrare nel merito, ma solo irridendo coloro che ancora non capisco, che non ci arrivano.
Si è perso il senso della dialettica, del partire da un postulato, da considerazioni ipoteticamente oggettive per poi sviluppare un ragionamento ed esprimere una opinione.

Ecco una opinione, non la verità assoluta.

Perché l’opinione si esprime con serietà, con riflessione.
Comunicare le proprie convinzioni soprattutto quando consapevoli di metterle in pubblica piazza, richiede serietà.
Inculcare false verità con il siero della complicità, richiede solo la capacità di sogghignare.
Il sorriso perenne, per qualunque argomento, come una smorfia scontata.
Qui siamo oltre alla risata isterica e patologica del mitico Joker.
Siamo alla deliberata mistificazione della realtà, semplicemente dribblata dalla derisione.
Si spacciano “verità” come se fossero scontate, universali. Quando la verità non esiste in senso assoluto, perchè tutto cambia sempre.
Esistono eventualmente cose esatte, ipotesi verificate sperimentalmente, che non sono verità ma solo dimostrazioni di ipotesi. Ipotesi che poi possono avvalorare, o meglio, giustificare le opinioni che ne derivano.
Ormai del fatto che esista ancora qualcuno in grado di comunicare opinioni non interessa più a nessuno.

Basta un ammiccamento e una risatina e siamo automaticamente dalla parte della ragione.

Altro che maieutica…

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