domenica 12 aprile 2009

Ho conosciuto Tommaso

E' successo qualche giorno fa a casa di amici.

Effettivamente sapevo della sua esistenza e lo avevo anche incontrato un po' di volte, ma non ci eravamo veramente presentati.

Questa volta invece si, senza l'aiuto di nessuno.
Abbiamo preso coraggio e i nostri sguardi si sono incrociati, ci siamo resi conto l'uno dell'altro e abbiamo in qualche modo comunicato la nostra esistenza.

Lui ha un anno di vita, ma fino a poco tempo prima la sua vita era prevalentemente dedicata alla sopravvivenza e alla scoperta passiva del mondo.

Ma quella sera, con enorme sopresa, ho trovato una persona nuova, diversa.
Da qualche giorno la vita di Tommaso era cambiata e con la vita anche il suo modo di comportarsi, di essere.

E' cambiato il suo viso.

Ora i suoi capelli non sono ciuffetti fragili e scomposti, ma circondano la testolina come una piccola cornice e quel ciufffo sulla fronte non e' casuale, ma gli dona ormai un suo personalissimo profilo.

La sua fronte non e' piu' corrucciata per lo shock della vita e non lo è ancora per i dispiaceri che la vita gli procurera'.
E' una fronte linda, tersa, tranquilla. 
Di chi si accorge di quanto e' bello il mondo, di chi ha solo pensieri felici.

E quegli occhi grandi, rotondi curiosi non sono piu' fissi verso un punto qualsiasi o ipnotizzati da un movimento o da un oggetto, ma si muovono, cambiano colore, forma.
Ora guardano le cose che gli interessano, ma soprattutto hanno cominciato a cercare e ad incrociare lo sguardo di chi gli sta vicino.

Ora i suoi occhi comunicano: gioa, sorpresa, dolore, stanchezza. 
E' incredibile come non abbiamo ancora nessuna traccia di tristezza.
E come si accordano bene, adesso, con il suo nasino finalmente fresco e pulito e non piu' arricciato e colorito.

E' stata quella delicata armonia di ciuffo, occhi e naso che ha cercato ed incontrato il mio di sguardo. 
E ci siamo presentati...

Ne sono stato colpito, quasi onorato.

In quel momento mi sono accorto come il suo sorriso non fosse piu' un automatismo infantile, ma qualcosa di piu' profondo.
Quel sorriso prima timido, quasi delicato, annunciato da un leggero inarcamento, quasi a dire, "ciao, mi fa piacere conoscerti."
Per poi estendersi con tranquillita', senza nessuna malizia con istintiva gioia, verso quel signore un po' imbroniciato, dal profilo irsuto.

Persino la mia istintiva ritrosia al sorriso si e' arresa a quel punto.

"Piacere Enrico..."

Chissa' cosa' vedranno quegli occhi nel corso del tempo!
Chissa' quanto durera' quella leggerezza dello sguardo.
Un giorno, purtroppo, quelli occhi si chiuderanno invece di aprirsi e quel sorriso si spegnera' per un istante.
Mi auguro che quel giorno sia ancora lontanto e che la conoscenza del mondo continui cosi' con curiosita' e con leggerezza.

Mi auguro che le parole che un giorno riuscirà ad usare non prendano il posto alle emozioni e che continuera' comunque comunicare anche con l'espressione del tuo viso.

Poi mi ha detto che era stanco e me lo ha detto nel modo piu' semplice, senza lagne o isterie, ma semplicemente chiudendo gli occhi.

Mi ha fatto piacere conoscerti, Tommaso. Chissa' cosa hai sognato poi quella notte.....

A presto.

p.s. Tommaso non e' mio figlio, naturalmente, e neppure un mio lontano parente.
E' semplicemente un mio nuovo piccolo amico!

Nessun commento:

Posta un commento